Trascrizione dell’intervista a Pier Paolo Iacopini, prima della diretta streaming.
Cari amici di Preludio, benritrovati e benvenuti ad un nuovo concerto in streaming.
Chi vi parla oggi è Paolo Coggiola e ho qui con me Pier Paolo Iacopini nella duplice veste di sassofonista di grandissimo pregio e di trascrittore di un’opera importantissima e celeberrima di Joan Sebastian Bach che Pier Paolo ha trascritto per il proprio strumento. Si tratta della Partita numero due, originariamente scritta per violino, trascritta per sassofono e di cui abbiamo fresca di stampa l’edizione di questo interessantissimo lavoro.
Io vorrei chiedere a Pier Paolo le ragioni di queste trascrizioni e anche qual è il suo rapporto con un autore siderale come Bach, nella versione sassofonistica.
Pier Paolo: “E’ una domanda bellissima e implica di andare indietro con la memoria ai primi anni in cui ho iniziato gli studi. Fondamentale per me è stato un incontro casuale con le partiture di Bach per violoncello all’inizio e poi per violino, che mi hanno fatto rendere conto del fatto che noi strumenti a fiato subiamo un gap, chi più chi meno, e in particolare noi sassofonisti visto che il nostro è lo strumento più giovane in assoluto. Abbiamo veramente una mancanza, fondamentale.
Quindi ho tralasciato gli studi e ho cominciato a studiare le suite per violoncello e gli estratti dalle partite e dalle sonate per violino. Quello che era possibile, insomma. Poi con il tempo è venuta l’esigenza di sistematizzare tutto questo lavoro e studio individuale e di cimentarmi con la trascrizione della seconda partita che è l’unica, tranne forse la terza, che permette di essere trascritta in maniera completa. Poi dal punto di vista personale… un pizzico di sfida, senza voler essere presuntuosi, perché fare un lavoro del genere ed eseguirlo, soprattutto La Ciaccona, implica anche una rimodulazione del modo di suonare e pensare la respirazione nello strumento e quindi è anche un discorso evolutivo rispetto agli strumenti a fiato e a come sono pensati.”
Impressionante Pier Paolo, veramente una trascrizione meravigliosa e un’esecuzione fantastica. Mi davi l’impressione di essere un funambolo che cammina sicuro su questo filo di note e sull’abisso della difficoltà esecutiva. Insomma, ci vuole un fiato da alpinista e anche coraggio per eseguire questa musica. Io mi auguro che questa trascrizione diventi il Gotha del solismo per sassofono perché è una trascrizione meravigliosa.
Pier Paolo: “Grazie. La trascrizione a me sembra che funzioni e renda l’essenza della scrittura bachiana e poi, con un po’ di presunzione sassofonistica, forse il sassofono, con la sua carnalità, regala qualcosa a Bach… vogliamo dirlo?”
Hai già provato ad eseguire tutta la partita?
Pier Paolo: “No, tutta la partita no.”
E’ ancora una vetta ancora da scalare, immacolata, ma penso che tu sei l’alpinista giusto per cimentarti in questa impresa.
La Ciaccona di Bach – diretta streaming dell’intervista e dell’esecuzione: